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giovedì 22 settembre 2011

Oscar Wilde -Dilemma sull'utilità dell'arte-







"L'artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l'arte senza rivelare l'artista è il fine dell'arte. Chi può incarnare in una forma nuova, o in una materia diversa, le proprie sensazioni della bellezza, è un critico. Tanto la suprema quanto la infima forma di critica sono una specie di autobiografia. Coloro che scorgono cattive intenzioni nelle belle cose, sono corrotti, senza essere interessanti. Questo è un difetto. Quanti scorgono buone intenzioni nelle belle cose sono spiriti raffinati. Per essi c'è speranza. Eletti son gli uomini ai quali le belle cose richiamano soltanto la bellezza. Non esistono libri morali o immorali come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto. L'avversione del secolo diciannovesimo per il Realismo è la rabbia di Calibano che vede riflesso il proprio viso in uno specchio. L'antipatia del secolo diciannovesimo per il Romanticismo è la rabbia di Calibano che non riconosce il proprio viso in uno specchio. La vita morale dell'uomo è materia d'arte, ma la moralità artistica consiste nell'uso perfetto di un imperfetto strumento. Nessun artista aspira a provare alcunché. Perfino la verità può essere provata.
L'artista non ha preferenze etiche. Una preferenza di tal genere costituirebbe per un artista un manierismo stilistico imperdonabile. L'artista non è mai morboso. L'artista può esprimere tutto. Il pensiero e linguaggio sono per l'artista gli strumenti dell'arte. l vizio e la virtù sono per l'artista materia d'arte. Dal punto di vista formale l'arte suprema è quella del musicista. Dal punto di vista del pathos, tipico è il mestiere dell'attore. Ogni arte è nel tempo stesso realistica e simbolica.
Chi varca i limiti di tale apparenza lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi intende il simbolo lo intende a suo rischio. L'arte in verità non rispecchia la vita, ma lo spettatore. Il contrasto delle opinioni suscitate da un'opera d'arte indica che l'opera è nuova, complessa, vitale. Quando i critici dissentono tra loro, l'artsta è d'accordo con se stesso. Possiamo indulgere verso un uomo che abbia fatto qualcosa di utile, purché non l'ammiri. Ma chi ha fatto una cosa inutile può essere scusato solo se egli lo ammira enormemente.
.."


Oscar Wilde conclude dicendo...

"Tutta l'arte è completamente inutile."

Ora riflettete su quanto realmente l'arte possa essere utile...


Mi venne da pensare un giorno una cosa. Parlavo con un ragazzo che per la seconda volta stava tentando il test d'ingresso alla facoltà di medicina e chirurgia, se non sbaglio di Siena, ad un certo punto gli chiesi, come chiedo sempre a gente molto materiale... Pensi che il lavoro di un medico sia più importante di quello dell'artista? Musicista, pittore, disegnatore, scrittore ecc... Questi, senza indugiare rispose di sì, senza dar spiegazioni e rimanendo sul... Dai non scherziamo! E' così... Smisi allora di battermi con lui, in quanto la reputavo una battaglia davvero inutile e lo lasciai con una semplice frase.
Tu come medico potrai anche curare la fisicità di una persona... Io come artista però curo le sue emozioni e lo miglioro a livello intellettivo e creativo...
Me ne andai.
Non voglio assolutamente però dire che uno dei due mestieri sia superiore all'altro, anzi, volevo solo portare quel ragazzo ad una riflessione oggettiva dell'utilità della materialità.
Il punto è proprio il suddetto. La materialità.
La società odierna è troppo portata a pensare per chematiche fisse, dove le scelte umane sono guidate dal profitto materiale e non spirituale, intellettivo, o creativo che sia. E ammetto anche a malincuore che la gente come me invece è troppo portata a pensare spiritualmente, intellettivamente e creativamente. Si potrebbero trovare errori in entrambe le scuole di pensiero eppure il punto è proprio qui. Nell'equilibrio c'è la virtù... Si potrebbe magari un giorno riuscire a trovare, e spero di non dover aspettare Il mondo dopo la fine del mondo, di Harkaway.

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